Cellule CAR-T CD19 successive a trapianto autologo nel linfoma non-Hodgkin a cellule B recidivante e refrattario ad alto rischio


La chemioterapia ad alte dosi e il trapianto autologo di cellule staminali ( HDT-ASCT ) sono lo standard di cura per il linfoma diffuso a grandi cellule B chemiorefrattario recidivante o primario refrattario ( rel/ref ).
Solo il 50% dei pazienti è guarito con questo approccio.

Sono state studiate la sicurezza e l'efficacia delle cellule T geneticamente modificate in modo da esprimere un recettore chimerico ( CAR-T ) diretto all’antigene CD19 somministrate dopo trapianto HDT-ASCT.

L'eleggibilità per questo studio includeva linfoma non-Hodgkin a cellule B rel/ref ad alto rischio aggressivo chemiosensibile alla terapia di salvataggio con malattia positiva alla tomografia ad emissione di positroni ( PET ) o coinvolgimento del midollo osseo.

I pazienti sono stati sottoposti a trapianto HDT-ASCT standard seguita da cellule CAR-T 19-28z nei giorni +2 e +3.

Nei 15 soggetti trattati nello studio, è stata osservata tossicità dose-limitante a entrambi i livelli di dose ( 5 x 106 e 1 x 107 CAR-T 19-28z per kg ).

In tutto 10 su 15 soggetti hanno manifestato neurotossicità indotta dalle cellule CAR-T e/o sindrome da rilascio di citochine ( CRS ), associate a una maggiore persistenza delle cellule CAR-T ( P=0.05 ) ma non al picco dell'espansione delle cellule CAR-T.

L'elevazione sierica di interferone-gamma ( P minore di 0.001 ) e probabilmente interleuchina-10 ( P=0.07 ) è stata associata a tossicità.

La sopravvivenza libera da progressione a 2 anni ( PFS ) è stata del 30%.

I soggetti a cui sono state somministrate cellule CAR-T naive-like ( CD45RA+CCR7+ ) CD4+ e CD8+ hanno avuto una sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) superiore ( P=0.02 e 0.04, rispettivamente ).

Non c'è stata una associazione tra picco di espansione delle cellule CAR-T, persistenza o cambiamenti di citochine e sopravvivenza PFS.

Le cellule CAR-T  19-28z dopo trapianto HDT-ASCT sono state associate a un'alta incidenza di neurotossicità reversibile e a sindrome da rilascio di citochine.
Dopo trapianto HDT-ASCT, gli immunofenotipi effettori CD4+ e CD8+ possono migliorare il controllo della malattia. ( Xagena2019 )

Sauter CS et al, Blood 2019; 134: 626-635

Onco2019 Emo2019 Med2019



Indietro

Altri articoli

Nivolumab ( Opdivo ) è un anticorpo monoclonale immunoglobulina G4 ( IgG4 ) umano ( HuMAb ), che si lega...


Gli inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ) hanno dimostrato tassi di risposta notevoli nel linfoma di Hodgkin ( HL...


Un ampio studio retrospettivo ha dimostrato che un comune farmaco chemioterapico utilizzato per trattare il linfoma di Hodgkin ( HL...


La prognosi dei pazienti con linfoma di Hodgkin sfavorevole allo stadio iniziale rimane insoddisfacente. Sono state valutate l'efficacia e la...


Dopo il trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche ( HSCT ), il consolidamento con Brentuximab vedotin ( Adcetris ) nei...


La Fludarabina è uno degli agenti più comuni somministrati per la linfodeplezione prima della terapia CAR-T diretta a CD19, ma...


Brentuximab vedotin ( Adcetris ) in combinazione con Doxorubicina, Vinblastina e Dacarbazina ( regime AVD ) è approvato nella terapia...


In alcuni pazienti il linfoma di Hodgkin può non-rispondere al trattamento iniziale o ripresentarsi dopo un’apparente risposta poco tempo dopo...


Uno studio di fase 1 ha valutato l’aggiunta di Vorinostat ( Zolinza ) a Pembrolizumab ( Keytruda ) nei pazienti...


I risultati della Parte 1 dello studio globale di fase 3 SPARKLE, in aperto, randomizzato, supportano la valutazione continua di...